giovedì 12 febbraio 2009

Conservazione Oggi

Conservazione dei Corpi: Damien Hirst

Ovino Morto – Damien Hirst

Un Moderno Laboratorio Scientifico o Atelier d’Artista?

Ovini morti conservati in formaldeide in grandi teche trasparenti .
Composizioni e installazioni di oggetti presi dalla realtà ricreano microcosmi isolati sotto vetro.


Mother and child divided - The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living

Secondo l'artista, quello dello squalo in una vasca di formaldeide e della celebre mucca affettata in piedi, è un modo per mandare la morte a quel paese celebrandone il maggior simbolo come un oggetto di lusso decadente.

La sua arte è intrisa delle inquietudini del nostro tempo: le gravi contraddizioni della società post-industriale, l’eterna sublimazione di decadenza e morte, i fallaci meccanismi e le ambiguità del progresso scientifico e medico vengono analizzati ed evidenziati attraverso sculture di grande impatto visivo ed emotivo.


Conservazione del Prodotto: Piero Manzoni

1-Piero Manzoni, Merda d’artista, maggio 1961 Scatoletta di latta e carta stampata cm 4,8x ø 6, n.055. Archivio Opera Manzoni. 2- Piero Manzoni, Linee, dic. 1959 Linea Infinita Linea m 5,63 20,6x5,8 cmLinea m 11,65 21,9x5,8 cmCollezione Privata, Italia

Cosa conservare? Il contenuto o l’idea che lo contiene?
Piero Manzoni nel maggio del 1961 produce 90 scatolette che chiamerà: “Merda d’Artista”

I coperchi dei barattoli sono numerati dallo 001 allo 090. Su di essi è applicata un’etichetta che recita in italiano, francese e tedesco:
- Merda d’artista
- Contenuto netto gr. 30
- Conservata al naturale
- Prodotta e inscatolata nel mese di maggio 1961”.
I 30 grammi di escremento sono venduti al prezzo corrente dell’oro. La produzione dei piccoli, e apparentemente innocui, barattoli all’alba del “miracolo economico italiano” del dopoguerra, provocò uno shock imperdonabile.
Manzoni nel 1959 crea le “Linee”

A Milano presso la “Galleria Azimut”, il 21 luglio alle ore 19 del 1960, Manzoni presenta al pubblico l’avvenimento:
“Consumazione dell’Arte Dinamica del Pubblico Divorare l’Arte”
L’evento, considerato il primo happening dell’arte italiana, procede così: l’artista fa bollire delle uova che, una volta sode, segna con l’impronta del suo dito pollice. A questo punto “l’opera” è consegnata al pubblico che la consuma. Il tutto dura poco più di 70 minuti.
- Conservazione dei Corpi: Daniele Girardi
X-FARM, Daniele Girardi - Anno: 2004; Tecnica: Vetro, PVC, resina; Dimensioni: 14 x 7 x 7 cm

Animali in Pvc vengono conservati dentro barattoli da Museo di Storia Naturale.
L’autore di questa fattoria crea una sorta di laboratorio scientifico in cui natura reale ed artificiale si combinano in modello dalle apparenze scientifiche .


Conservazione del Prodotto: Gigi Simeoni

Fumetto Fresco, Gigi Simeone

Progetto A.S.S.E. (Arte Sequenziale Seriale Esausta).

"Arte sequenziale" è la definizione che Scott McLoud ha dato al fumetto e che Simeoni condivide appieno.
"Seriale" è la natura editoriale di questo tipo di fumetto.
La serialità in senso generale prevede tecniche che si affinano, si consolidano e si ripetono incessantemente in nome della riduzione del costo di produzione (nel caso del fumetto popolare, possiamo fare l'esempio della stampa in bianco e nero e l'uso del retino per dare la sensazione dei mezzi toni).
Ma la serialità è un meccanismo che riguarda qualsiasi cosa oggi si compri in un negozio.
"Esausta" perchè le tavole hanno percorso tutto il circuito produttivo, sono state pubblicate, l'episodio è stato "scalzato" dall'edicola da quello successivo e gli originali sono stati restituiti all'autore "svuotati" del loro compito primario.
Conservazione del Prodotto: Odiena Pamici
“A lunga conservazione” : Lavastoviglie – Cucina - Lavandino - Bagno

“A lunga conservazione” è un’installazione site specific, del 2001.
Il lavoro della Pamici è svolto all’interno delle mura domestiche, sganciato dal discorso sul cibo.
L’artista mediante un processo di impacchettamento à la Christo, interviene sulle mura della propria casa con chilometri di fogli di alluminio, rendendo icona ciò che prima era oggetto d’uso, con risultati di straniamento analoghi a quelli della Pop Art.
Sapienti interventi fotografici in bianco e nero restituiscono l’immagine definitiva dell’opera, mediante stampe lambda montate fra legér e metacrilato.




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